Cap.1 - §5 - La mia personale esperienza dell'invecchiamento
Per buona parte della mia vita mi sono sentita insicura, per il fatto di non avere una laurea. Mi sembrava di non avere molto da dire, e che quello che dicevo fosse strano e noioso. Pensavo che quello che sapevo non valesse niente, e non davo valore alle mie opinioni.
Nel mio lavoro mi trovavo costantemente in contatto con persone in qualche modo importanti - molto ricche, molto mondane, molto intellettuali, comunque "molto" di più rispetto a me.
Quando una donna di professione avvocato si sedeva nella mia poltrona, io rabbrividivo, oppure provavo con tutte le mie forze a nascondere le mie insicurezze cercando di dimostrare che sapevo qualcosa che valeva la pena di sapere.
Poi mi resi conto di una cosa. Questa avvocatessa non sapeva nulla delle cose che Io sapevo. Lei si sentiva debole e ignorante nel mio campo esattamente come mi mi sarei sentita io in tribunale.
Io conoscevo tanto nella mia professione, e imparavo sempre di più.
Più acquistavo fiducia in quello che facevo, più desideravo avventurarmi lentamente anche in altri campi, per esprimere le mie opinioni su vari argomenti davanti a persone che consideravo molto più istruite di me.
Più avevo fiducia nelle mie opinioni, più scoprivo che erano valide, e che le persone le ritenevano interessanti. Non erano sempre giuste,
ma avevo il diritto di esprimerle, così come chiunque altro aveva il diritto di esprimere le proprie. Più avevo fiducia in me stessa, meno mi importava cosa pensavano gli altri. Mi ero liberata dalle opinioni delle altre persone, ed è così che ho scoperto i segreti per invecchiare con grazia e godere della vita ogni anno di più.
Iniziare a scardinare quei pensieri mi fornì la chiave. Non avevano importanza i motivi delle mie insicurezze. Potevano riguardare il mio aspetto esteriore, il mio Q.I., oppure cose che avevo - o non avevo - fatto, qualsiasi cosa. Il punto era che avevo cominciato a realizzare che non erano la verità. Erano soltanto le mie paure.
Non dovevo vivere la mia vita sotto la loro influenza. Le mie insicurezze non dovevano limitarmi.
Ero io che le avevo create, e quindi solo io avrei potuto risolvere qualcosa a questo riguardo. Avrei potuto dare loro potere, o no.
Quando scelsi di non farmi più guidare da loro, conquistai la mia libertà. Non aveva importanza se mi trovavo di fronte alla mia cliente avvocato, o davanti a tutto lo stagno inquinato: non era necessario essere alla mercè delle mie insicurezze.
Le nostre insicurezze sono le fondamenta dello stagno inquinato.
Se rimaniamo impigliati nelle nostre paure e incertezze, ci cadremo ogni volta. Se abbiamo l'abitudine di pensare a noi stessi in modo negativo, e poi ci capita di trovarci davanti allo stagno, la cosa più naturale del mondo sarà quella di caderci dentro.
Fortunatamente, c'è un modo per capovolgere questo processo.
Così come abbiamo costruito la base dello stagno con le nostre credenze negative, possiamo anche distruggerla identificando e trasformando quelle stesse credenze.
Quando guardiamo attentamente al modo in cui abbiamo costruito queste fondamenta, a tutti i pezzetti di acciaio e cemento che sono stati impiegati, ci rendiamo conto che siamo noi ad averceli messi.
Questo significa che siamo anche nella posizione di distruggere queste fondamenta. Non sono qualcosa che è "lì", senza che noi possiamo farci niente. Possiamo decidere di sceglierle. O di non sceglierle. Ecco l'argomento di questo libro.