Cap.5 - §1 – Perché ci cadiamo dentro

Cap.5 - §1 – Perché ci cadiamo dentro

§1 – Chi ci porta fuori strada?

Ovviamente, nessuno può realmente portarci fuori strada, a parte noi stessi. Nessuno può spingerci dentro lo Stagno Inquinato; siamo noi che dobbiamo saltarci dentro. Esistono comunque delle influenze esterne che possono essere abbastanza forti. Queste cominciano presto e durano per tutta la vita, mettendoci davanti a entusiasmanti sfide a ogni passo del nostro cammino. Ecco alcune di queste influenze:

1- Genitori: Normalmente non immaginiamo che dei genitori possano spingere i loro figli dentro lo Stagno Inquinato. Sembra una cosa orribile da fare, e inoltre è difficile immaginare dei bambini preoccupati a causa dell’età. Ma dimentichiamo che preoccuparsi di questo riguarda, prima di tutto, il non sentirsi “a posto”. O almeno, è il punto di partenza.

Avete mai visto madre e figlia che fanno shopping insieme, e pensato che una di loro stesse per tirare fuori dalla borsa un’arma?
La madre agguanta delle gonne dallo scaffale, commentando entusiasticamente su quanto siano belle, e come valorizzerebbero la figlia molto di più di quei jeans scoloriti che ha addosso, specialmente se stesse un po’ più dritta.

La figlia si rifugia contrariata in un angolo, cercando di sparire in mezzo alle file di vestiti, alzando gli occhi al cielo e lanciando occhiate omicide alla madre. Questo non la rende certo più bella, e quindi la madre insiste ancora di più. E’sempre più convinta che sua figlia si divertirà e sarà carina, proprio come era lei, o si augura di essere stata.

Naturalmente è questo il problema. I genitori vogliono il meglio per i loro figli, e per questo cercano sempre di farli essere “meglio”. Questo va bene, ma le intenzioni dei genitori non sono sempre così altruistiche. D’altra parte è naturale che i genitori cerchino di  realizzare le loro fantasie, o rivivere il loro passato, attraverso i loro figli. Ma questo manda i ragazzi completamente fuori di testa.

Tanto per cominciare, i giovani già si sentono strani e inadeguati, specialmente nell’adolescenza, e quando percepiscono anche il peso di dover vivere secondo gli standard dei loro genitori, molti dei quali vecchi di trenta o quarant’anni, è semplicemente troppo.  Si chiudono in sé stessi, smettono di comunicare, e si rifugiano nel loro guscio, cosa che rende i genitori ancora più ansiosi.

Ricordate, le cose a cui resistiamo, sono le cose che persisteranno.

Nel caso di questa coppia di madre e figlia, c’è una doppia resistenza. E’un tira e molla, una battaglia che tiene tutti bloccati sulle loro posizioni. Chi cederà? Ognuna di loro pensa di fare la cosa giusta.

La madre vuole che la figlia sia bella, responsabile, sicura, brillante e perfetta in tutte le cose che lei desidera o desiderava essere e non lo è. Se la figlia non è all’altezza di queste aspettative la madre in qualche modo si sente in colpa. Ma come può lei insegnare a sua figlia a fare qualcosa che lei stessa ancora non sa come fare? La ragazza si mette sulla difensiva e si confonde, non sa esattamente cosa ci si aspetta da lei e comunque non avrebbe certo intenzione di arrendersi.

La madre continua a fare pressione, e prova a recuperare l’errore fatto l’ultima volta, parlando direttamente con la figlia oppure, anche peggio, parlando di lei con qualcun altro. “ Sally semplicemente non perde nemmeno un minuto per mettersi qualcosa di carino”. “Sally non si sa truccare bene, ma io le dico…”

E Sally si mette a urlare, letteralmente o in senso figurato, “LASCIAMI IN PACE!”. Quindi sua madre non solo le ha reso quasi impossibile muoversi e cambiare, ma ha fatto passare il messaggio forte e chiaro che Sally non è ok così com’è.

L’ironia è che i figli normalmente non vogliono nulla di più che cambiare, crescere, muoversi e migliorare. Come tutti noi. Fa parte dell’essere umani. Quello che tiene più bloccati è proprio la resistenza dei loro genitori. Se fossero lasciati liberi, si muoverebbero così velocemente, che in una settimana sarebbero praticamente irriconoscibili. Ma non possono e non vogliono essere spinti. L’unico modo per farli muovere è permettere loro di stare dove sono, e questa è l’ultima cosa che i genitori vogliono fare.

E’ doloroso per i genitori, perché loro desiderano solo il meglio per i loro figli. E’dura vederli attraversare fasi scomode, e addirittura sgradevoli. Richiede un vero atto di fede credere che essi si muoveranno attraverso tutti i luoghi giusti per loro e verranno fuori come è giusto – specialmente se il loro primo istinto è quello di portare come borsa un sacco della spazzatura e capelli a punte viola. I genitori devono ricordare che la prossima settimana sarà la volta della camicia button down e pantaloni in gabardina.

Ecco alcuni modi per lasciare andare più facilmente e permettere ai figli di essere dove è giusto per loro:

  1. Provare a farli cambiare per forza non funziona. Infatti produce il risultato contrario e li mantiene bloccati.
  2. Provare a farli cambiare dà loro questo messaggio: “Non sei ok così come sei, devi cambiare per essere accettato”.
  3. La comunicazione viene meno quando i ragazzi si sentono sotto pressione. Non riescono a trovare un modo per vincere, se non quello di cedere. Si chiudono a riccio e si rifugiano nel loro guscio, e questo influenza anche tutti gli altri aspetti della relazione.
  4. Alla fine, provare a forzarli non vale assolutamente la pena. Non fa ottenere ai genitori quello che desiderano, creando anche altre situazioni negative per il ragazzo e per la relazione genitore/figlio. Sarebbe meraviglioso se i genitori riuscissero semplicemente a lasciare che i loro figli siano come vogliono essere. Ma poi, sarebbe sempre stupendo se tutti sulla terra potessero lasciare ognuno libero di essere come vuole. Ma dato che ancora questo non è possibile, il meglio che possiamo fare è riconoscere questa tentazione, capire che deriva dalle migliori intenzioni, e fare il meglio di cui siamo capaci.

2. Figli: Abbiamo detto quanto possa essere difficile avere a che fare con figli adolescenti per genitori che già si trovano in bilico sulla riva dello stagno. E questo può cominciare addirittura prima. Una delle mie figlie una volta mi chiese se ricordavo qualcosa dei carri coperti. Ho sessant’anni e capelli grigi, ma questo mi parve veramente un po' troppo.

I bambini qualche volta non hanno alcun senso del tempo o della storia, e può accadere che chiedano com’era prima dell’avvento dell’elettricità o del motore a vapore. E con la velocità con cui si muove adesso la tecnologia, questo problema potrebbe addirittura peggiorare. Conosco genitori trentenni che si sentono antiquati anche solo osservando i figli che giocano con i computer.

Avere dei figli ti fa sempre sentire un po' più vecchio. Ogni giorno diventa sempre più chiaro che non facciamo più parte della generazione più giovane. Il trucco è quello di non lasciare che “essere più vecchi” diventi parte dei vostri pensieri dominanti. E’una vera sfida rimanere centrati nel vortice di questo uragano.
Ma anche non avere figli può creare preoccupazione riguardo all’invecchiamento. Una mia amica, Alice, che ha trentanove anni, stava facendo shopping con un’amica. La quale fece un commento riguardo alla pancia piatta di Alice, poi alzando un po' gli occhi al cielo disse: “Per forza, non hai mai avuto figli”.
Come se “Devi avere la pancia piatta. Non hai scuse!”.

Nella nostra società se non hai figli, faresti bene ad avere e fare molte cose. Dovresti porti standard più elevati, sia per quanto riguarda l’immagine che i risultati, e faresti bene a raggiungerli.

3. Coetanei: La pressione con i coetanei comincia molto presto, aumenta a dismisura nell’adolescenza, e continua fino a che lo permettiamo. Per gli adolescenti, in genere la questione è che si sentono così insicuri riguardo alla loro persona e al loro aspetto, che non osano fare, dire o portare niente di diverso dal resto del gruppo. Naturalmente non tutti gli adolescenti sono così. Io amo vedere ragazzi che non soccombono a questo tipo di pressione, ma sono rari.

Poi via via che andiamo verso la trentina, con i coetanei la pressione diventa quasi una competizione. Chi ha la casa più bella, i bambini più educati, il marito più ricco? Chi è riuscita a restare al passo un po' di più degli altri? Cosa succede se non arrivi al top? Questo è il momento in cui è più facile cadere nello stagno inquinato. Cosa succede se le cose non sono andate esattamente come vi aspettavate, o come speravate che andassero? Gettate la spugna, rinunciate a ogni possibilità, site che state invecchiando e vi sentite più stanchi, così che importa? Ma è così solo se è questo che davvero volete.

Di nuovo, la soluzione è semplicemente quella di riconoscere che il problema esiste, ma dovete sapere che non è necessario cadervi dentro. In ogni momento della nostra vita possiamo ricominciare da zero, fresche, e creare una vita entusiasmante e piena.

L’”Esercizio della Festa” può darvi degli spunti su ciò che gli altri pensano di voi. Immaginate di essere a una festa dove non conoscete nessuno. Improvvisamente, attraverso la stanza, vedete due persone che conoscete. Stanno parlando, e voi vi state dirigendo verso di loro. Man mano che vi avvicinate, sentite pronunciare il vostro nome. Stanno parlando di voi. Cosa dicono? Come reagite?

Non dovete credere per forza a tutto ciò che sentite. Ricordate solo che quello che credete che gli altri pensino di voi può influenzare il vostro approccio alla vita-se lo permettete.

La società: E’ superfluo spiegare i vari modi in cui la nostra  società è piena di pregiudizi verso le persone anziane. Lo abbiamo visto nella pubblicità, nel cinema, in TV, e in innumerevoli altri posti. Ma via via che l’età media delle persone (e dei consumatori) in America sale, vediamo sempre meno questo tipo di pregiudizio, ma un po' rimane sempre.

Questo non significa, comunque, che si debba soccombere all’idea che le persone anziane abbiano meno valore o capacità. Non dobbiamo per forza pensare nel modo in cui i media vorrebbero. Siamo noi i responsabili dei nostri pensieri, e delle nostre vite.

5. Noi stessi: Solo noi siamo responsabili della scelta di cadere nello stagno o no. Se lo permettiamo, ci cadremo. Se non lo permetteremo, non ci cadremo.

Il modo più comune per intrappolarci è quello di non stare al passo con il mondo e con la nostra situazione attuali. Cominciamo a sentirci antiquati, sembrare antiquati, ed essere antiquati. Talvolta accade perché non sappiamo come restare attuali senza sembrare di voler cercare di essere più giovani di quello che in realtà siamo. Molte donne dicono che questo è il motivo per cui si vestono ancora come si vestivano dieci anni fa.

Semplicemente si sentono a loro agio solo così. Quando pensano al cambiamento e cercano in una rivista le novità, vedono lo stile punk rock, le minigonne, e tante altre cose che in effetti potrebbero farle apparire ridicole. Così, non riuscendo a fare una scelta, rinunciano del tutto.

Dimenticano che ci sono modi per essere attuali, classici, e alla moda senza portare catene, calze metalliche, o top a fascia fluorescenti-e questo non deve per forza costare un’esagerazione. Talvolta le donne restano bloccate nel tempo perché sono legate a un periodo particolarmente bello della loro vita. Potrebbe essere stato quando erano al liceo, o all’università, o più tardi, quando si sentivano in cima al mondo. Sono attaccate a tutti i ricordi più belli. Quando si sentivano alla grande, quando il mondo era pieno di possibilità,e loro erano delle vere regine.

Questo accadeva quando portavano i capelli cotonati, o ricci, oppure a paggetto come Veronica Lake, e portavano rossetti rosso brillante. Qualsiasi cosa fosse, funzionava allora e dovrebbe funzionare anche oggi, giusto? Sbagliato. La realtà è che allora queste donne pensavano di farcela-mentre ora non è più così.

E non sto parlando solo di abbigliamento, acconciatura e trucco, ma anche del modo di fare e di pensare. Doris Day e Sofia Loren non hanno certo più l’immagine che avevano negli anni cinquanta e primi anni sessanta. Anche parlare dei bei vecchi tempi non funziona più. Non sto dicendo che non fossero bei tempi, o che il passato non fosse di valore. Voglio semplicemente dire che, vivendo nel passato escludendo il presente ci autoescludiamo e ci limitiamo. E questi due cose ci portano direttamente nello stagno inquinato.