Cap.4 - §3 – Come si sviluppa e §4 – Come annientarlo

Cap.4 - §3 – Come si sviluppa e §4 – Come annientarlo

Col passare degli anni, ogni decisione porta alla successiva. Queste decisioni, costruiscono, una dopo l’altra, una solida base di pensiero negativo che porta inevitabilmente alla certezza che “Il modo in cui sono non va bene”.

All’inizio era la fronte troppo alta, e così è cominciata  la credenza di non essere del tutto a posto. Poi magari cominciamo a pensare, o qualcuno ce lo dice, o noi stessi lo decidiamo dopo averlo letto su una rivista, che i nostri occhi sono troppo vicini.

I pensieri negativi si approfondiscono, si rafforzano. Poi magari mettiamo su tre chili. A questo punto comincia a diventare difficile credere di essere in grado di fare qualsiasi cosa.
Poi un giorno vediamo qualcosa di negativo, che sa di vecchio. Un capello bianco, la pelle cadente, qualche ruga intorno agli occhi, qualcosa che dice che non siamo più come eravamo o come vorremmo essere. La fase è iniziata. Da ora in avanti, è facile essere negativa. Cos’è la cosa più naturale da fare a questo punto? Giusto! Cadere direttamente nello stagno inquinato.

Questo stagno rappresenta tutto un nuovo livello di negatività. Tutti concordano su questo, quindi nessuno solleverà obiezioni se deciderete di cadervi dentro. State davvero invecchiando. Lo stagno è immenso, ed è così facile cadervi dentro!

Tutti gli altri lo fanno. Se vi fosse capitato di pensare che potreste rinunciare e non provarci più, ecco la vostra scusa. Potreste saltare in quello stagno, restarci immerso per sempre, e non dover più essere responsabile di nulla. Come potreste fare, o essere, più di quello che siete o fate? Ora siete vecchio!

§4 – Come annientarlo

Abbastanza sorprendentemente, c’è un modo abbastanza semplice per uscire da questa palude. Ho visto persone scoprire che erano cadute nello stagno, e poi decidere che non volevano più restarci. Hanno iniziato cercando di ricordare quella iniziale decisione negativa su sé stessi, che si è rivelata la chiave per sciogliere il nodo e uscire così dalla trappola.

Queste persone cercano quel primo avvenimento, quella prima volta in cui cominciarono a pensare che non erano a posto. Scavano nella loro memoria alla ricerca della decisione che aprì la porta a tutte le altre, quella su cui sono basate tutte le altre. E la cosa incredibile è che se riescono a ricostruire quella decisione originaria, se riescono a sentire o ricordare quando e perché la presero, allora molto spesso l’intera costruzione di negatività si sbriciola e crolla completamente. Cominciano a guardare sé stessi in modo fresco e chiaro per la prima volta dopo decenni, senza il filtro di tutta quella negatività.

Questo non significa che diventano perfetti dalla sera alla mattina, o che non avranno più un pensiero negativo. Significa semplicemente che cominciano ad apprezzare un po’ sé stessi, e cominciano a guardarsi alla luce della loro personale risonanza e perfezione, piuttosto che cercare difetti e carenze, continuando ad autoflagellarsi.

Io insegno agli adolescenti, e talvolta mi imbatto in ragazze che dicono: “Bè la mia bocca non mi piace molto, ma mi piaccio e quindi va bene così”. Potrebbero esserci delle cose del loro aspetto che vorrebbero cambiare, ma questo non significa che debbano essere completamente negative su sé stesse.

Non è necessario che da un giorno all’altro pensiate di essere il cosa più meravigliosa del mondo, ma iniziare a scalfire quelle credenze negative dà origine a tutto un nuovo modo di relazionarvi con voi stesse e di godervi la vita.

Il Primo Esercizio Decisionale può essere molto utile per affrontare le prime decisioni prese. Scegliete un momento tranquillo, quando nessuno vi disturberà, e provate a ricordare la prima decisione negativa che avete preso riguardo a voi stesse. Probabilmente è accaduto quando eravate abbastanza giovani, quindi potreste dover risalire indietro nel tempo. Quale fu questa decisione? Che età avevate? Come avete continuato a mantenerla nel corso della vita? Ce la fate a liberarvene?